Arte dell’intreccio, moda ed ornamenti al Museo della Paglia [VIDEO]

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A Signa la lavorazione della paglia risale già al 1500 successivamente grazie alla felice intuizione di Domenico Michelacci l’arte dell’intreccio assume carattere insustriale.

“Fin da bambina sentivo dire che le case qui a Signa sono state costruite grazie alla paglia” – racconta Angelita Benelli, presidente associazione Museo della Paglia e Intreccio Domenico Michelacci – “poi mi è stato spiegato che già dagli anni 50 a Lastra a Signa e Signa veniva coltivata la paglia per fare i cappelli, ed era economicamente molto redditizia.”

“Ancora oggi esistono su tutto il territorio della piana circa 40 aziende che producono cappelli” – racconta Eleonora Tozzi, direttore Museo Civico della Paglia – “ed ancora oggi lavorano ancora ad alti ivelli di eccellenza. “

Grazie alla donazione della ditta Oreste Melozzi di Sesto Fiorentino, il museo inaugura una sezione dedicata agli ornamenti, una raccolta di registri campionari, patrimonio prezioso di idee e creatività, dal titolo Dalla Testa ai Piedi.

“In questa sezione del museo sono in mostra oggetti e guarnizioni per le scarpe, per i sandali e per le borse.” – prosegue Angelita Benelli – “Oggetti realizzati in vari materiali, dalla paglia ceramica ma anche legno. Ed anche una vasta collezione di cappelli.”

Un museo quello della paglia di Signa che vede tra i primi soci fondatori proprio Ferdinando Melozzi.

“E’ stato uno tra i primi a donare molti degli oggetti presenti in questo museo.” – raccontano Sandra e Laura Melozzi – “Ferdinando era un uomo estroso e creativo, ed il suo desiderio più grande è sempre stato quello di preservare tutto il materiale nel tempo. “

Oggi il Museo della Paglia è aperto anche ad un nuovo indirizzo quello delle collaborazioni con le case di moda presenti sul territorio.

“Il nostro scopo è quello di rivalorizzare un’arte, quella dell’intreccio della paglia” – prosegue Eleonora Tozzi – “che non si è mai interrotta ma che oggi necessita di nuove forza e di un certo rinnovamento, senza negare la tradizione. “