Il Coro del Monastero. Foto di Aldo Giovannini

Il Monastero domenicano di Santa Caterina a Borgo San Lorenzo tornerà a vivere come struttura polivalente. Grazie a un progetto di recupero coordinato dal Consorzio Co&So, il complesso conventuale adiacente alla Pieve, uno degli edifici storici nel cuore di Borgo San Lorenzo, non solo non subirà stravolgimenti architettonici, ma costituirà un polo di aggregazione per i cittadini.

Una pala di Ridolfo del Ghirlandaio

Non si può dire che il Monastero verrà riaperto. In realtà aperto non è mai stato. Fondato nel 1516, dopo vicissitudini non di rado travagliate e più di una soppressione, fu convento di clausura fino al 1971. Nel 2009 scomparve Suor Imelda, l’ultima religiosa che vi era rimasta. Con grande lungimiranza le Suore domenicane hanno manifestato la volontà di farlo tornare a vivere guardando al futuro. Hanno così coinvolto il Consorzio Co&So, il Consorzio Fabrica e il Gal-Start nella costituzione della Fondazione “La cittadella di Santa Caterina da Siena”.

Ne è scaturito un progetto ampio e articolato che prevede tre diverse destinazioni per i tre livelli dell’edificio. Il secondo piano sarà occupato da una struttura sanitaria di cura e riabilitazione con 40 posti letto. Il primo ospiterà un centro culturale per mostre ed eventi, nonché un museo in cui sarà possibile ammirare le numerose opere d’arte presenti nel Monastero. Il piano terra, con annesso lo splendido chiostro e il seminterrato, accoglierà un ristorante e attività commerciali che valorizzeranno i prodotti locali. Buona parte di questi ultimi saranno coltivati negli orti stessi del Monastero, dunque a chilometro zero nel vero senso del termine. Complessivamente, un investimento da 6,5 milioni e la prospettiva di almeno 40 nuovi posti di lavoro.

Il refettorio. Foto di Aldo Giovannini

Dopo la presentazione del progetto, tenutasi nella grande sala del Refettorio il 23 marzo, il monastero è stato aperto per il fine settimana alle visite guidate, condotte da studenti del Liceo Giotto Ulivi. Per forza di cose era necessaria la prenotazione. Complessivamente si sono presentati in 800 e altrettanti ne sono rimasti fuori. È stata una ulteriore conferma dell’interesse e dell’attaccamento dei borghigiani a questo monumento confermatosi splendida architettura e scrigno di opere d’arte straordinarie.

Il chiostro

Ci saranno ulteriori giornate per accontentare chi in marzo non ce l’ha fatta a visitare il Monastero? È l’auspicio di molti. Intanto – ed è un buon segnale – i prossimi 16 e 17 maggio l’amico Aldo Giovannini, storico locale, accompagnerà alla scoperta del Convento due classi delle medie dell’Istituto Comprensivo di Borgo.

Quanto al progetto, lo stesso Giovannini ha scritto: “Inizia ora la parte tecnica di restauro e recupero, che comporterà molto, molto tempo e non può essere diversamente; Naturalmente tanti si pongono delle domande, con i loro dubbi, le loro critiche, le loro perplessità, tutte accettabili ci mancherebbe. Ma, prima di dare delle sentenze, è bene attendere, ponderare, osservare quello che si svilupperà e quale sarà il futuro del Monastero borghigiano.”