Neppure la soddisfazione di rivedere l’Europa, grazie al settimo posto in campionato che consente i play off per la Conference League il 18 e 25 agosto, e già sorgono i dubbi, se non le polemiche. In conseguenza della conferenza di Rocco Commisso a commentare l’esito della sua terza stagione da presidente viola. Non è più il patron del “grazie, assai” appena arrivato dagli States. È un altro viso, un altro atteggiamento. Nonostante l’investimento portentoso per il Centro sportivo a Bagno a Ripoli e i risultati della squadra al di sopra delle aspettative, non è più il presidente a cui Firenze si era data all’istante, in quella che era sembrata una sorta di liberazione dalla gestione dei Della Valle negli ultimi anni. Pur riconoscendone sempre la serietà e la capacità manageriale, ciò che veniva, infatti, imputato a Diego Della Valle era la mancanza di empatia ovvero entusiasmo. Non gli si chiedeva di salire sulla balaustra di cecchigoriana (Vittorio) memoria, ma di trasmettere ciò che ogni tifoso di ogni squadra si aspetta: la speranza, il sogno. Il primo Commisso diceva che i soldi non erano un problema e li ha spesi, questo è indubbio, ma ciò che delude il tifoso medio è l’attuale riferimento costante all’aspetto economico più che a quello sportivo. Il concetto di plusvalenza, seppure giusto per la sanità del bilancio di una società che non deve fallire per non ricadere negli errori commessi due proprietà fa, riporta al recente passato. Il Centro sportivo sì, fantastico. Ma le incertezze sulle riconferme del miglior giocatore della stagione ovvero Torreira e ancora di più di mister Italiano che ha rivalutato tanti giocatori della rosa, tranne Kokorin (già, ma che investimento è stato questo?) e qualcun altro, lasciano interdetti. Perché alla fine ogni tifoso si innamora di chi va in campo. E all’inizio di ogni stagione vorrebbe innanzitutto una cosa. Sognare.

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