Dunque ci si avvia allo scontro finale. Nel giorno del cinquantenario del secondo scudetto viola, dalla lettera di Diego Della Valle uscita stamani su La Nazione emergono netti i motivi che hanno portato alle parole dure e senza appello del massimo patron. Gli striscioni in città e il flash mob in programma oggi alle 16 nel salotto buono, nei pressi del negozio di famiglia, hanno evidentemente colpito nel segno e d’ora in avanti non si potrà più tornare indietro, da una parte e dall’altra. ‘Bene’, diranno i tifosi viola che intendevano smuovere le acque dell’immobilismo dellavalliano e ci sono finalmente riusciti, ma a quale prezzo? Quella resa dei conti che Don Diego posticipa alla fine del campionato lascia supporre un passaggio che non sarà indolore.

“Mi auguro che tutti quelli che hanno messo in piedi questo casino assurdo abbiano delle soluzioni concrete da portare per il futuro della Società perché un minuto dopo la fine del campionato ci saranno molte cose che noi vogliamo affrontare con civiltà ma con assoluta chiarezza, determinazione e consapevolezza di quello che vogliamo fare”.

Colta l’occasione per smarcarsi definitivamente dall’annosa questione stadio, i proprietari restituiranno ai fiorentini le medesime macerie calcistiche che trovarono quando rilevarono la società? L’appello allo “scemo del villaggio” che dovrebbe prendere il loro posto ai vertici della Fiorentina fa d’altro canto ribattere all’istante che forse il prezzo richiesto era troppo alto per un possibile acquirente se è vero che la Sampdoria, per fare un esempio attuale, è in fase di possibile cessione.

Come già scritto più volte precedentemente in questa rubrica, il vero campo di gioco ormai è fuori dal rettangolo verde del “Franchi” ed è chiamata a occuparsene direttamente la politica. Al richiamo di Nardella qualche giorno a Lady Radio fa sui “termini della presentazione del progetto definitivo scaduti” per avere “fatti” e non più “alibi” dalla proprietà, la replica di Diego Della Valle sullo stadio – “se viene considerato un così grande affare dovrebbe farlo il Comune” – ha provocato l’immediata risposta del sindaco Dario Nardella: “Tutti sanno, compresa la società, che il Comune ha fatto tutto ciò che è di sua competenza perché venga realizzato”, in un ping pong dialettico sulle responsabilità che lascia presagire scenari ancora più ‘pesanti’ nel dopo elezioni.

Da parte loro, i tifosi continuino nella loro protesta civile e assolutamente legittima. I fiorentini non temono l’ignoto perché sanno che in ogni caso sapranno sempre rialzarsi.

 

foto Milano Finanza