Il teatro della Pergola ormai ci ha abituato in tutta la stagione a rappresentazioni di grande livello e non sono da meno gli ultimi spettacoli che vanno a concludere un’annata sicuramente in ripresa. In via eccezionale gli spettacoli andranno in scena al Teatro Goldoni, che ospiterà le restanti opere in programma.

Gabriele Lavia sapientemente ricerca ne Le favole di Oscar Wilde il pretesto per abbandonarci all’ascolto di storie fantastiche, che alludono alle contraddizioni di una moralità che condiziona spesso la nostra vita. All’apice della notorietà lo scrittore inglese scrive alcune fiabe per i figli Cyril e Vyvyan, allora bambini: sono storie malinconiche, popolate da personaggi memorabili.

Principi ingenui, regine in incognito, giganti insicuri, usignoli generosi, fattucchiere piacenti, razzi vanitosi e nani da circo: l’intento era quello di divertire e, soprattutto, educare i due bimbi a una vita giusta e felice. Tra le righe, la difficoltà di mantenere una doppia vita, tra un matrimonio di facciata e l’omosessualità difficilmente occultabile.

Il grande interprete e regista ha scelto per il Teatro Goldoni di Firenze, da martedì 19 a domenica 24 aprile (ore 20:45; giovedì, ore 18:45; domenica, ore 15:45) di dire le favole Il Principe Felice e Un ragguardevole razzo.

La statua del Principe Felice e la piccola rondine non sono che due varianti del carattere di Wilde: mondano e godereccio l’una, malinconico e compassionevole l’altro. Attraverso una critica alla società vittoriana inglese lo scrittore mette alla gogna politici, intellettuali cattedratici, una famiglia borghese. Wilde esalta i bambini che nella loro ingenuità vivono di sogni e se la prende con chi, da intellettuale scettico e razionalista, ridimensiona le loro fantasie.

Un ragguardevole razzo è una novella sarcastica, una divertente satira dell’ipocrisia borghese: protagonista del racconto, infatti, è un razzo egocentrico ed arrogante. Autoproclamatosi protagonista di uno spettacolo pirotecnico organizzato dal re, constaterà a proprie spese quanto sia poco saggio trattare gli altri in maniera irrispettosa e come l’arroganza, alla fine, non paghi.

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