Lo sguardo femminile nelle fotografie degli archivi Alinari [VIDEO]

Fino al 2 ottobre Villa Bardini e Forte Belvedere ospiteranno la mostra "FOTOGRAFE! Dagli archivi Alinari ad oggi". Per la prima volta i due luoghi che impreziosiscono la collina a sud di Firenze creano un unico percorso in cui viene mostrato lo sguardo femminile nelle fotografie appartenenti all'archivio Alinari.

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Villa Bardini e Forte Belvedere, a Firenze fino al 2 ottobre 2022, ospitano la grande mostra “Fotografe! dagli archivi Alinari ad oggi”, a cura di Emanuela Sesti e Walter Guadagnini, presentata e promossa dalla Fondazione Alinari per la Fotografia e dalla Fondazione CR Firenze, in collaborazione con il Comune di Firenze. Un nuovo e ambizioso progetto espositivo che ha per protagoniste assolute le fotografe di ieri e di oggi e che unisce le sale delle due sedi ospitanti in un unico itinerario, ricco e suggestivo, che affianca opere originali degli Archivi Alinari a produzioni contemporanee. L’esposizione si inserisce organicamente nell’offerta culturale estiva di Forte di Belvedere curata da Museo Novecento.

Emanuela Sesti, curatrice come detto della mostra, ci ha raccontato – “Nelle due sedi in cui vengono esposte le opere si può seguire anche un percorso cronologico, trovando gli scatti di fotografe italiane e internazionali presenti negli archivi fino all’esperienze del Novecento. Al lavoro di queste artiste si intreccia il lavoro di  dieci fotografe contemporanee italiane e under 40.”

Partendo dagli esiti della ricerca negli Archivi Alinari, il progetto espositivo crea un percorso che intreccia e ripropone in maniera sincronica una storia che dalla fotografia delle origini attraversa il Novecento e arriva ai nostri giorni, affiancando i primi procedimenti fotografici alle sperimentazioni contemporanee. La mostra è costruita per analogie, differenze, suggestioni, per temi e generi, primo tra tutti il ritratto fotografico, mettendo insieme in un unico percorso fotografie e fotografe nate in epoche, luoghi e contesti sociali diversi: l’intento è non tanto e non solo la ricerca di uno specifico ‘sguardo femminile’, quanto l’individuazione della centralità di alcune personalità, spesso sottostimate, nello sviluppo della ricerca fotografica sin dai suoi albori. La presenza delle autrici contemporanee costituisce un ulteriore momento di riflessione che investe le pratiche artistiche odierne, a partire dal rapporto con il passato e con la memoria, siano esse individuali o collettive, all’interno di un mondo in continuo mutamento, dove anche i ruoli sociali e i paradigmi ad essi legati sono in costante divenire.

“L’esposizione è fatta, per quanto riguarda la parte storica, di tutti originali e foto d’epoca prese dagli archivi Alinari e già questo dà un carattere di eccezionalità. Sicuramente è anche molto significativo il tema, riscoprire la presenza femminile nella fotografia in un periodo in cui era misconosciuta ma esistente. Abbiamo trovato anche una serie di dagherrotipi, che sono la prima tipologia di fotografia, scattati da donne. Questo ci dimostra come la presenza femminile era sicuramente significativa fin dall’inizio” – ci ha raccontato Giorgio Van Straten, direttore dell’archivio Alinari.

In mostra vintage prints, album e negativi dagli Archivi Alinari, opere provenienti dalle diverse collezioni di oltre quaranta fotografe, in molti casi inedite, a partire da quelle delle prime dagherrotipiste degli anni ’40 dell’Ottocento, come la francese Bernardine Caroline Théodora Hirza Lejeune (Parigi 1824-1895) del fondo Oggetti Unici che è stato restaurato, catalogato e digitalizzato nel 2021 anche grazie al sostegno della Fondazione CR Firenze. Le stampe originali di Julia Margaret Cameron, Dorothea Lange, Margaret Bourke-White, Lucia Moholy, Maria Mulas, Ketty La Rocca, Lisetta Carmi, Diane Arbus, Bettina Rheims, per citarne solo alcune, si confrontano con le produzioni di dieci autrici italiane, Eleonora Agostini, Arianna Arcara, Federica Belli, Marina Caneve, Francesca Catastini, Myriam Meloni, Giulia Parlato, Roselena Ramistella, Sofia Uslenghi, Alba Zari, rappresentanti della più giovane generazione, nata dopo il 1980, che va affermandosi in questi anni sia sul piano nazionale che su quello internazionale, presenti con opere che interagiscono con il patrimonio storico Alinari. Le autrici innescano dunque una conversazione ideale con le fotografie storiche e con l’archivio stesso, così da esaltarne la matericità e l’aura, proponendo in questo modo anche nuove chiavi di lettura alle immagini provenienti da un passato talvolta lontanissimo.

Grazie a Calliope Arts, ente no profit con sede a Firenze e Londra, nato per valorizzare e salvaguardare il patrimonio culturale delle donne attraverso il suo progetto ‘Restoration Conversations‘, la mostra si arricchisce di due sezioni dedicate a fondi degli Archivi Alinari: quello delle sorelle Wanda Wulz (Trieste 1903-1984) e Marion Wulz (Trieste 1905-1990) e quello di Edith Arnaldi (Vienna 1884-Roma 1978), nota soprattutto come scrittrice ed artista di area futurista con lo pseudonimo di Rosa Rosà, che è tra le artiste selezionate per la mostra della Biennale Arte di Venezia curata da Cecilia Alemani.

Da questi archivi sono tratte opere inedite, alcune stampate direttamente dai negativi originali, che restituiscono alla fruizione pubblica i risultati di una prima ricognizione su materiali finora meno esplorati di questi nuclei archivistici, di straordinario interesse per la storia della fotografia. Da una parte il fondo Wulz (noto per la fama internazionale delle opere futuriste di Wanda, tra cui la realizzazione della famosa sovraimpressione “Io+gatto”), di cui verranno esposti a Villa Bardini anche dei negativi, che riserveranno al pubblico e agli studiosi importanti sorprese, in particolare sul sodalizio lavorativo e artistico con la sorella Marion. Dall’altra, al Forte Belvedere, un archivio completamente da esplorare, sostanzialmente un inedito, che permetterà, anche grazie alla ricerca della storica dell’arte Lisa Hanstein, di riportare alla luce la produzione fotografica di un’artista poliedrica come Edith Arnaldi, caratterizzata da ritratti e fotografie di viaggio realizzate in Italia, Europa e Africa, e dai ritratti eseguiti nel suo studio romano, funzionali all’indagine sulla produzione pittorica futurista dell’autrice.

Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella ci ha tenuto ha presenziare alla conferenza stampa di presentazione e ad esprimere il suo apprezzamento per questa esposizione di valore – ” Una mostra che costruisce un percorso artistico e storico in due luoghi che sono molto vicini tra di loro come Villa Bardini e Forte Belvedere che rendono speciale questa collina a sud di Firenze. Per la prima volta c’è una collaborazione tra questi due luoghi grazie all’iniziativa dell’archivio Alinari,  la Cassa di Risparmio e del Comune di Firenze e quindi sarà possibile ammirare una parte della collezione permanente degli archivi Alinari dedicata proprio alla creatività femminile nella fotografia in questi due complessi monumentali”.

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