Un dono davvero speciale e prezioso ma soprattutto denso di significato. Il pediatra fiorentino Sandro Sabia, socio del Rotary Club Firenze Lorenzo il Magnifico, ha voluto infatti regalare all’Abbazia fiorentina di San Miniato a Monte un quadro che cela una storia piuttosto singolare in quanto rubatogli e poi incredibilmente ritrovato vent’anni dopo.

“Questo quadro raffigurante San Domenico appartiene alla mia famiglia dal 1920, anno in cui si è sposata mia nonna;– racconta Sandro – si tratta di un dono di nozze dello studioso Giulio Bonamici. Un’opera di buona fattura settecentesca che pare provenga addirittura dai Musei Vaticani. A noi bambini metteva anche un po’ di timore perché prima che venisse restaurato era molto scuro”.

Il quadro è sempre stato conservato in una stanza della casa di campagna della famiglia Sabia fino a quando, nel 1994, venne trafugato insieme ad altri oggetti di valore.

“In quell’anno abbiamo subito questo grave furto ma, la cosa più sorprendente è che il quadro è stato ritrovato dopo vent’anni dai carabinieri ad Ancona, si trovava nella casa di un ricettatore collezionista”.

Oggi Sandro Sabia ha sentito il bisogno di regalare questo dipinto all’Abbazia fiorentina di San Miniato a Monte.

“Per me era un destino che quest’opera dovesse tornare a me perché io la potessi collocare in un ambiente idoneo, – ci tiene a spiegare Sandro – in un posto sacro come San Miniato a Monte che per me è assolutamente il più adatto al mondo, un luogo al quale la mia famiglia è molto legata”.

Bernardo Maria Gianni, Abate benedettino a San Miniato al Monte, ha ringraziato Sandro Sabia per il prezioso dono e, con l’occasione, ha spiegato che il santo raffigurato nel dipinto riveste un significato molto importante per l’ordine religioso al quale l’abate appartiene.

“Questo è un grandissimo dono, San Domenico è un santo straordinario. Tra l’altro noi olivetani nasciamo a Siena e il nostro fondatore è cresciuto con i domenicani di San Domenico; ci sono quindi diverse connessioni con i domenicani. Conserveremo questa splendida opera con la massima cura”, conclude Padre Bernardo.