Vicchio, Mugello, Toscana. Un sabato pomeriggio particolare, quello dell’ultima settimana d’agosto, quella della Fiera Calda, una manifestazione storica che per i vicchiesi rappresenta un vero e proprio rito, di cui ricorrerà il bicentenario l’anno prossimo. La manifestazione, ricca di eventi, musica e laboratori, è nota per lo storico mercato ma anche per l’esposizione di eccellenze dell’artigianato locale e del mondo agricolo locale.

Per tutta la prima metà del pomeriggio il cielo ha minacciato rovesci che non sono arrivati, né arriveranno, e piazza Giotto, piazza della Vittoria,  il viale Beato Angelico iniziano a popolarsi. Due o tre volte mi capita di sentire, tra i discorsi della gente, la frase che racchiude il luogo comune “Era meglio l’anno scorso”, tipicamente toscano, cui ad esempio non sfuggono mai i ‘Fochi’ fiorentini di San Giovanni. In realtà la manifestazione ha rivelato quest’anno diverse novità, come ad esempio il Master Chef in piazza, una gara amatoriale tra cuochi che ha divertito una platea numerosa ed entusiasta.

In piazza Giotto, i locali che fino a pochi mesi fa avevano ospitato uno storico negozio di ferramenta accolgono per la Fiera le esposizioni di alcuni artigiani. All’ingresso, il pavimento è percorso da pietre illuminate. Francesco Della Corte, di Dicomano, intaglia la pietra o il marmo inserendovi plexiglas e/o lampade, non di rado alimentate da energia solare. I sentieri luminosi sono una delle applicazioni, ma ha creato anche opere di ben più grandi dimensioni. La sua attività, alla quale si occupa da circa 5 anni, si chiama NaturArtDesign.

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Come Della Corte, anche Le Streghe dei Nastri sono alla Fiera Calda per la prima volta. D’altronde, Serena Scheggi e Francesca Terradura hanno iniziato la loro attività solo un anno e mezzo fa, rivelando tuttavia una inventiva non comune. Producono complementi d’arredo con legno e stoffe. Tutti pezzi unici, rigorosamente fabbricati a mano. Non lo direste che di lavoro fanno entrambe le infermiere.

Come non pensereste che Francesco Fabbiani di mestiere fa il meccanico. L’artigiano abita a Rupecanina, una frazione di Vicchio e anche lui ha iniziato a produrre oggettistica di legno all’incirca un anno e mezzo fa.

Per i suoi complementi di arredo, tra cui spiccano belle ciotole di ulivo, contenitori di stile rustico, vasi e portacandele, utilizza legni pregiati e accuratamente selezionati di faggio, castagno, ulivo, e alle volte se li fa inviare direttamente dal Gargano. Francesco mostra insomma una conoscenza del della materia prima profonda e solida che rivela una passione antica.

Si percepisce in questi corridoi una urgenza creativa. Un desiderio di inventare qualcosa. Di non limitare la propria esistenza al lavoro, per quanto ben svolto. La risposta del pubblico è più che positiva. Tutti e tre sicuramente parteciperanno alla kermesse anche l’anno prossimo.

Tra gli espositori di prodotti alimentari, invece, troviamo diversi habitué della Fiera Calda. Lo stand dei Salumi del Cappellaio, ad esempio, rappresenta per i vicchiesi un appuntamento fisso da una decina d’anni. Il Cappellaio in questione, Andrea Gelli, è di Agliana (PT) e i suoi prodotti sono rigorosamente toscani e di nicchia, selezionati e lavorati nel rispetto della tradizione contadina.

“Trasformati ed evoluti con il passare degli anni, ma intransigenti nel voler mantenere i buoni valori di un tempo. Le tradizioni si evolvono, ma non quelle familiari, quelle è giusto restino”, racconta Andrea. Effettivamente, la stagionatura sotto cenere di prosciutto e di altri salumi che utilizza si rifà a una conoscenza antica e il sapore che questi prodotti restituiscono al palato è così particolare e intenso ne restituisce il fascino. Il Cappellaio roduce poi mortadella di Prato, completamente diversa da quella classica.

Ancora più da lontano viene Isabella Autunno: dall’Abruzzo. Ma il successo ottenuto a Borgo San Lorenzo lo scorso anno l’ha persuasa a tornare in Mugello a proporre i suoi arrosticini abruzzesi, fatti con carne di pecora. La sua è una attività di street food, dunque di somministrazione non di produzione. Fanno parte della catena Food Italia Global Catering. Girano tutta l’Italia. Le materie prime gliele fornisce una azienda seria e scrupolosa, che spera di ottenere ben presto l’IGP. “Troppo spesso abbiamo dovuto vincere la diffidenza di avventori che avevano saggiato prodotti simili ma di scarsa qualità. Se non altro, gustando i nostri hanno potuto constatare la differenza.”

Laura Mastrazzo è la proprietaria del Podere Varena, un allevamento a conduzione familiare  di capre da latte, camosciate e meticce, nei pressi di Londa (Firenze), e si occupa della produzione e della vendita di formaggi caprini e olio extravergine d’oliva. Laura, insieme a Lorenzo Gori (che non è presente alla Fiera perché si sta occupando della mungitura), da circa sei anni lavora il formaggio a latte crudo. Trovo i formaggi dell’azienda veramente eccellenti: alcuni sono aromatizzati con erbe aromatiche o spezie, altri sono a crosta fiorita; vengo anche a sapere che da loro le capre si nutrono solo di cibo biologico. Le qualità nutritive e dietetiche del latte di capra sono note da secoli, ma il lavoro di Laura e Lorenzo ha contribuito a risvegliare l’interesse per questo prodotto e l’apprezzamento dei suoi formaggi è in costante crescita.

Sullo stesso banco, in perfetta armonia, troviamo anche la produzione di Matteo Venturini che partecipa per la prima volta alla Fiera. Il figlio Jacopo mi racconta di una grande casa colonica in località Rincine, sempre nei pressi di Londa. Sul banco trovo un grande assortimento di qualità di miele. Motivi stagionali non permettono di esporre l’altro prodotto di punta, i marroni. L’azienda svolge anche attività di recupero e rilancio in ambito agricolo, attraverso il ripristino e la messa a produzione di vecchi coltivi e di una marroneta abbandonati.  Elemento caratterizzante è l’attività sociale, che si integra con altre attività del Centro. Al fine di incrementare il turismo nell’area, l’azienda mette a disposizione anche un rifugio e spazi destinati all’accoglienza di singoli e/o gruppi”.

Il lampredotto è senza dubbio il più buono di tutti gli ‘street food’, ed esiste a Firenze da tanto, tanto tempo prima che venisse utilizzato anche da noi questo termine inglese per indicare semplicemente il ‘cibo di strada’. Alla Fiera Calda lo troviamo da Terre di Toscana, preparato da Erika e Alessandro Buti, di Piazzano, frazione di Borgo San Lorenzo. La coppia offre anche porchetta e prosciutto tagliato a mano, ma il lampredotto fa la parte del leone. Si riforniscono da una tripperia di Barberino di Mugello, e per i panini dal Forno Conti di San Piero a Sieve. Successo? “Siamo dovuti correre a riprenderlo!”, mi risponde Erika. Un dato più che sufficiente, e mi faccio rapidamente da parte perché i clienti stanno incalzando.

L’appuntamento per tutti è per la prossima Fiera Calda 2020, a Vicchio del Mugello, per una nuova esperienza di gusto e divertimento “Made in Mugello”.