Tutti in piedi, allora, ad acclamare il self made man, l’uomo che si è fatto da sé, il ragazzino partito dodicenne dalla Calabria e tornato in Italia dopo avere fatto fortuna, dopo avere trovato l’America. L’altoparlante chiama “Rocco!” e il pubblico risponde “Commisso!”. Sempre più forte. Al Mr Presidente viene tolta la possibilità di parlare e l’impressione è che, se potessero, i tifosi viola scenderebbero dalla tribuna per portarselo in trionfo. Lui e Joe Barone. Perché una spalla ci vuole sempre in un binomio di successo. Si conclude così la lunga giornata del Commisso Day, con l’accorrere allo stadio di tanti fiorentini, più di seimila, chi con la bandiera a stelle strisce, chi con su scritto ‘Calabria viola’ nuovo gemellaggio da coltivare, chi col bambino sulle spalle.

La prima giornata interamente fiorentina di Rocco Commisso era iniziata con la visita alla sede e al centro sportivo “Davide Astori”. L’incontro con Giancarlo Antognoni, beneaugurante perché la riconferma dell’unico 10 appare ormai scontata. E poi la conferenza stampa.

Molti i temi. Dopo i ringraziamenti di rito e il saluto ai concittadini di Marina di Gioiosa Jonica, la rivelazione di avere già presentato due offerte per la Fiorentina, nel 2016 e nel 2017.

La sorpresa annunciata il giorno prima non è l’arrivo del nuovo direttore sportivo o allenatore bensì la comunicazione che la Fiorentina volerà in America fra circa un mese per un torneo (forse la International Champions Cup) con Arsenal e Chivas Guadalajara e la finale verrà disputata nella sua città.

Molto romantico dal punto di vista del nuovo proprietario ma l’annuncio che scatena maggiormente la fantasia dei tifosi sono le parole dedicate a Federico Chiesa, la cui vicenda viene paragonata a quella di Roberto Baggio ma stavolta con un esito favorevole alla Fiorentina per cui la permanenza del talento viola appare adesso davvero realistica. Altrettanto positiva l’affermazione che la Fiorentina non ha niente in meno rispetto a Napoli, Roma, Milan e Inter.

Sul campo poi, come dicevamo all’inizio, sommerso dai cori entusiasti fra cui “Rocco portaci in Europa!”, riesce comunque a dire alcune cose, commosso e sorpreso da tanto calore, fra cui “vi voglio bene”. Un’esternazione reciproca mentre don Massimiliano benedice “la famiglia della Fiorentina fino alla vittoria”. Un giorno da ricordare per tutti, dunque, che entra di diritto nella storia della Società viola. Commisso dice anche di non accettare “le menzogne”. In questo è uguale ai fiorentini, pronti all’innamoramento ma allo stesso tempo attenti. Perché le battute affettuose, da queste parti, si trasformano con facilità in strali affilati. Come cantano, infatti, i tifosi, “Noi amiamo la Fiorentina e di tutto il resto ce ne freghiamo”.